MM SpA ha raccolto e oggi custodisce numerosi progetti, mappe e fotografie prodotti da oltre un secolo dall’Ufficio tecnico del Comune di Milano. Un’ampia eredità di documenti, molti dei quali risalgono alla fine dell’Ottocento, che riguardano la progettazione e la costruzione di due fondamentali servizi pubblici: l’acquedotto e la fognatura. Sono la testimonianza dello stato originario delle opere edilizie tutt’ora presenti in città, dei cantieri aperti per la loro realizzazione, offrendoci anche lo sguardo storico sul paesaggio urbano.
La documentazione di Metropolitana Milanese è un bene culturale di grande valore e rappresenta la memoria storica di due fondamentali servizi gestiti oggi dall’azienda. Si tratta di un patrimonio documentario e iconografico unico, essenziale per la storia dei grandi impianti di adduzione, distribuzione e smaltimento delle acque e dei sistemi di trasporto in sotterraneo. Coltivare e valorizzare tale patrimonio è un atto di responsabilità sociale e di presenza culturale.
IL PROGETTO DIORDINAMENTO
L’azienda, che promuove e sviluppa con articolate modalità la “cultura dell’acqua”, ha avviato con il Politecnico di Milano, Dipartimento di Architettura e Studi Urbani, un progetto di ordinamento e di digitalizzazione dei documenti storici per valorizzarli e renderli fruibili.
L’archivio virtuale è stato intrapreso anche in previsione della realizzazione dello “Spazio Acqua” presso la ex Centrale di sollevamento dell’acqua potabile Cenisio. Una volta aperto sarà punto di promozione d’iniziative e d’animazione del dibattito sui molteplici temi connessi all’argomento acqua. Sarà un luogo aperto alla comunità locale e in rete con i gestori pubblici italiani ed europei per contribuire al confronto delle idee; un luogo dedicato alla ricerca, al dibattito e alla informazione sui servizi pubblici dell’acquedotto e della fognatura.
Gli obiettivi dell’ordinamento e dello studio dei documenti storici sono molteplici: consentire scelte per la valorizzazione dei documenti stessi, come ad esempio rendere agevole la progettazione di future esposizioni; semplificare la riorganizzazione archivistica, narrare episodi della storia della fognatura e dell’acquedotto di Milano. I fondi storici hanno un’importante finalità operativa e pratica per l’azienda poiché costituiscono una essenziale fonte d’informazioni per corretti interventi di recupero e adeguamento del patrimonio edilizio.
Ad oggi si è realizzata una banca dati che consente la conoscenza sintetica del singolo documento: il suo contenuto, il tipo, lo stato di conservazione e nella maggior parte dei casi le relative dimensioni.
I documenti storici relativi alla fognatura
Il fondo relativo ai lavori di fognatura si è mantenuto nel tempo grazie alla volontà dei responsabili e in particolare dell’ing. Maurizio Brown. A lui si deve un particolare ringraziamento per aver promosso per primo il progetto d’inventariazione e per aver contribuito con la sua esperienza alla migliore descrizione dei documenti.
Il fondo è costituito da 217 disegni e 324 fotografie di cui si sono realizzate le relative banche dati. L’arco temporale coperto dai documenti è di circa un secolo: prevalentemente da fine Ottocento ai primi decenni del Novecento per la cartografia e i disegni; da fine Ottocento a fine Novecento per le fotografie di cui, tuttavia, la maggior parte riguarda le opere eseguite nei primi decenni del Novecento.
Per quanto riguarda i disegni, dal punto di vista del supporto materiale abbiamo fogli carta semitrasparente telata di varie dimensioni, di cui alcuni arrotolati e altri piegati; si hanno inoltre fogli di cartoncino di diverso spessore e misura e fogli di lucido. Diversi disegni sono acquarellati.
Le fotografie sono per la maggior parte stampe in bianco/nero su carta fotografica. Alcune delle stampe più antiche sono seppiate. Diverse sono scatti d’autore, di fotografi attivi a Milano quale A. Casiraghi, L. Stucchi e Varischi & Artico, solo per citarne alcuni. Vi sono anche album appositamente realizzati per celebrare una specifica opera, regalati dall’impresa di costruzione al Comune di Milano alla fine dei lavori. Le fotografie più recenti (anni Ottanta del Novecento) sono a colori.
I contenuti culturali del fondo fognatura
Il fondo documentario storico sulla fognatura è un patrimonio importante per l’azienda. Esso è indispensabile per la memoria delle caratteristiche tecniche degli impianti più datati e può diventare uno strumento di comunicazione efficace. È inoltre di grande interesse per la storia delle trasformazioni della città di Milano, ben documentata in particolare dalle fotografie storiche che riguardano anche il soprassuolo. Il valore culturale, il buono stato di conservazione e la rarità dei singoli documenti suggeriscono la conservazione del fondo stesso nella sua completezza.
Dallo studio complessivo del fondo documentario emergono le seguenti categorie tematiche:
– Cartografia relativa all’andamento di corsi d’acqua (fiume Lambro, fiume Olona, canale piccolo e grande Sevese, fiume Seveso, roggia Vettabbia).
– Cartografia della città di Milano (fine XIX, inizio XX secolo).
– Piani urbanistici per la città di Milano (PRG del 1946).
– Piani generali per la realizzazione della fognatura cittadina (fine XIX secolo, inizio XX).
– Progetti e realizzazioni di fognatura in diverse zona della città di Milano (tra cui: case popolari in via Mac Mahon, Castello di Milano, corso Garibaldi, corso Sempione, piazza d’Armi, piazzale Corvetto, quartiere Niguarda, quartieri Gorla e Crescenzago, quartiere QT8, stazione di Rogoredo, tra Arena e corso Magenta, tra via E. Acerbi e F. da Senago via V. Monti, Via Broletto, Zona Cimitero Monumentale).
– Progetti e realizzazioni di fognatura per singoli edifici (tra cui: edificio d’abitazione corso Dante, Ospedale dei contagiosi a Derganino).
– Altri progetti (Impianto di sollevamento dell’acqua presso il Cimitero di Musocco, progetto di stalle dotate di fognatura allo Scalo Bestiame).
– Grandi collettori: progetti generali (tra cui: Alto destro, Cavo Redefossi, Nosedo, Vigentino), e costruzione (cantierizzazione, tecniche di scavo, profili dei condotti).
– Copertura dei Navigli.
– Piccoli manufatti (ponti).
– Addetti ed attrezzature (carro botte, divise, attrezzi).
– Trasformazione della città e rapporto città-campagna.
I documenti storici relativi all’acquedotto
L’inventariazione di documenti relativi all’acquedotto, realizzata dall’allora responsabile ing. Carlo Carrettini, ha consentito di conoscere la reale consistenza numerica e i contenuti, nonché a dar vita alla ricerca di documenti storici conservati in altri Archivi per implementare la quantità e la qualità.
Sono stati “trovati” 189 pezzi di cui 28 disegni, 140 fotografie e 21 documenti. Si tratta di testimonianze che coprono un arco temporale compreso tra la fine dell’Ottocento e i primi decenni del Novecento per la cartografia e i disegni; da fine Ottocento alla seconda metà del Novecento per le fotografie e dagli anni Venti agli anni Quaranta del Novecento per i documenti.
Dal punto di vista del supporto fisico i documenti cartografici sono in prevalenza fogli di cartoncino, con diverso spessore e misura, e fogli di lucido. Alcuni disegni sono acquarellati. Le fotografie sono per la maggior parte stampe in bianco/nero su carta fotografica e alcune delle più antiche sono seppiate. Vi sono due album realizzati dal Comune di Milano negli anni Trenta del Novecento, di particolare valore poiché raccolgono sistematicamente le immagini degli impianti di sollevamento dell’acqua potabile realizzati a partire dal 1906. Sono inoltre emersi altri tipi di documenti tra cui i registri delle tubazioni posate in città dal 1929 al 1955. Questi registri sono fondamentali per datare con precisione ed accuratezza gli impianti esistenti nella città di Milano, in quanto sono annotate via per via le tubazioni posate, con le relative misure di lunghezza e diametro.
I contenuti culturali del fondo acquedotto
Seppur di minor consistenza numerica rispetto al fondo fognatura anche i documenti del fondo acquedotto sono ricchi di informazioni e particolarmente utili per la conoscenza delle strutture edilizie delle centrali di sollevamento dell’acqua potabile e dello sviluppo temporale della rete di distribuzione.
Dallo studio complessivo dei documenti emergono le seguenti categorie tematiche:
– Dettagli tecnologici
– Danni
– Gestione del servizio di acquedotto
– Impianti di sollevamento storici
– Ispezioni
– Navigli
– Officine storiche
– Pozzi – Geologia di Milano
– Pozzi – Realizzazione
– Storia dell’impianto di acqua potabile della città
Per implementare la raccolta si sono digitalizzati i documenti relativi alle centrali d’acquedotto conservati presso la Cittadella degli Archivi e Archivio Civico del Comune di Milano. Oltre ad integrare con inedito materiale le tematiche sopra elencate le nuove fonti introducono anche altri argomenti. Il più importante, a mio avviso, é quello strettamente connesso ai due conflitti mondiali, momenti storici cruciali del Novecento. Nello specifico mi riferisco alla inedita e completa documentazione di progetto dei “Ricoveri Antiaerei” realizzati nel 1940 in cinque centrali dell’acquedotto, in due dei quali si ampliano ricoveri esistenti già durante la Grande guerra. Tali “Ricoveri Antiaerei” servivano alla protezione delle squadre di operai addetti al pronto intervento in caso di rottura delle tubazioni causate dai bombardamenti. Oggi sono visibili quelli di Anfossi, Comasina e Ascanio Sforza, mentre quelli nelle centrali Armi e ed ex-Poggi, attuale sede di un’associazione teatrale, sono stati trasformati. Interessante anche il carteggio, sempre relativo alla protezione dell’acquedotto, durante la Seconda guerra mondiale.
Attualmente alla Direzione del Servizio Idrico Integrato vi sono gli ingegneri Andrea Aliscioni e Fabio Marelli, anche loro, come i loro predecessori, mostrano sensibilità alla conservazione e valorizzazione del patrimonio documentale. Inoltre Per chi oggi si occupa di programmare gli interventi di manutenzione della rete i documenti sono uno strumento di lavoro prezioso, sia per implementare le conoscenze generali sia per prevedere con maggior cognizione gli interventi futuri.
I DOCUMENTI ESPOSTI ALLA MOSTRA MILANO CITTÀ D’ACQUA: UN PERCORSO STORICO
Dal 12 novembre 2015 al 14 febbraio 2016 alcuni documenti dei due fondi sopra descritti sono stati esposti alla mostra Milano città d’acqua tenutasi presso Palazzo Morando Museo Moda Immagine di Milano.
La mostra ha raccontato l’importanza dell’acqua nella storia del capoluogo lombardo attraverso un itinerario scandito da 150 fotografie d’epoca. La mostra è stata suddivisa in dieci sezioni principali: Milano città d’acqua, Milano città dell’Olona, L’acqua e Mediolanum, I Navigli di Milano, La Fossa interna, Le Fontane di Milano, L’Idroscalo di Milano, L’Acquedotto di Milano, La Fognatura di Milano, L’uso igienico dell’acqua a Milano.
Il percorso nella sezione “L’Acquedotto di Milano”
La sezione dedicata all’acquedotto, con le sue quattordici immagini, ricorda che l’acqua da bere di Milano è un caso unico: il solo esempio di una grande città il cui acquedotto è alimentato al 100% dalla falda profonda. La sua estrazione, frutto di scelte amministrative e d’ingegno umano, ha dato vita all’articolato sistema che ancora oggi si sviluppa sotto e sopra la città. I segni distintivi sono i pozzi, la rete di tubature, i due grandi storici serbatoi realizzati nei torrioni del Castello sforzesco e le centrali per il sollevamento dell’acqua potabile. Sono state esposte le immagini di alcune centrali storiche tuttora esistenti in città e di cui sono raffigurati gli esterni e gli interni d’epoca: Cenisio (inaugurata nel 1906 all’angolo tra via Cenisio e via Lomazzo), Vercelli (inaugurata nel 1906 in piazzale Piemonte), Comasina (inaugurata nel 1908 al rondò Farini, oggi piazzale Maciachini), Trotter (inaugurata nel 1920 presso l’omonimo Parco) e Palestro (inaugurata nel 1926 presso il più antico parco pubblico milanese: i Giardini di via Palestro).
Le immagini sono state scelte per mostrare la varietà delle costruzioni, realizzate tanto fuori terra quanto interrate, e degli impianti in esse contenuti. I macchinari sono tra i migliori e vennero forniti da ditte altamente specializzate. La ricerca delle soluzioni costruttive all’avanguardia sono ad esempio dimostrate nella costruzione del serbatoio del torrione sud del Castello sforzesco, realizzato nel 1904, con la struttura monolitica in calcestruzzo brevettata solo dodici anni prima in Francia da François Hennebique.
Gli esterni delle centrali mostrano le scelte architettoniche dell’Ufficio tecnico comunale improntate da un lato all’armonizzazione con il contesto e dall’altra a criteri funzionali ed economici. Erano edifici altamente rappresentativi del valore dell’opera pubblica e della tecnica, che dovevano essere riconoscibili e mostrati con orgoglio. Possiamo quindi affermare che le “nostre” centrali hanno qualità architettonica sia interna, dettata anche dai particolari come ad esempio le linee degli arredi in ferro battuto dal gusto liberty, sia esterna, la quale contribuisce a creare visioni paesaggistiche urbane che il fotografo sapientemente coglie e trasmette. Queste viste consentono a noi di condurre un paragone con la città attuale e di comprenderne la trasformazione e l’addensarsi edilizio che in alcuni casi soffoca, con le sue altezze e le sue densità, gli edifici di minori dimensioni, come nel caso della Centrale Cenisio.
Alcune delle fotografie esposte hanno palesato non solo architetture di centrali e impianti, ma i tecnici e gli operai comunali che a essi si sono dedicati per garantire la bontà e l’abbondanza dell’acqua che oggi beviamo a Milano: al valore materiale si somma un’inestimabile valore immateriale. Un’opera squisitamente tecnica come un acquedotto è allo stesso tempo un prezioso patrimonio di cultura per l’intera città e non solo. Questa mostra è stata un’opportunità per rammentarlo.
Il percorso della sezione “La Fognatura di Milano”
La sezione sull’acquedotto precedentemente descritta come quella sulla fognatura che mi accingo a illustrare sono state collocate fisicamente l’una consecutivamente all’altra. Erano tra loro idealmente legate da una gigantografia con tre operai addetti alla manutenzione dei canali fognari sotterranei, fermi davanti alla centrale di sollevamento dell’Acqua potabile di via Parini, uno chalet in mattoni rossi e tetto fortemente spiovente a falde, oggi non più esistente
Le undici altre immagini selezionate dall’ing. Maurizio Brown sono relative ai grandi cantieri e alla illustrazione di manufatti d’importanti dimensioni. Sono opere che nascono nel contesto del progetto generale della rete di fognatura della città, progettato da una sezione speciale appositamente istituita nel 1888 all’interno dell’Ufficio tecnico municipale. A proposito del progetto così scrive l’ing. Maurizio Brown, curatore di questa specifica sezione: “Il Progetto generale della rete di fognatura della città prendeva in considerazione il bacino di 2.560 ettari delimitato dai viali dell’attuale circonvallazione filoviaria e prevedeva la realizzazione di un sistema di canalizzazioni indipendente dal preesistente reticolo dei corsi d’acqua, di tipo unitario, ovvero adeguato per raccogliere le acque di rifiuto e di quelle di pioggia in un unico condotto, funzionante per gravità, sfruttando la naturale pendenza del suolo”.
Ha aperto la sezione un’immagine datata 1893 relativa alla costruzione del collettore Vigentino. Il canale corre ancora sotto l’attuale viale Bligny e raccoglie con il Gentilino le acque reflue del centro storico della città. La successiva immagine ha consentito di apprezzare le tre tubazioni in calcestruzzo dell’emissario Nosedo, in fase di costruzione nel 1901, per sottopassare la stazione ferroviaria di Porta Romana. Quella successiva i lavori per la realizzazione dell’emissario scaricatore del cavo Redefossi lungo il viale Ortles nel 1911. Un’altra immagine ha illustrato la costruzione del Ramo sinistro alto, nel tratto di piazza Libia e via Cadore, del collettore di Nosedo, il principale e forse più famoso condotto della rete fognaria milanese. Le successive immagini avevano per soggetto la visita di una delegazione tecnica ad un cantiere, lo scavo e la costruzione del collettore di Ampliamento Est nella zona di via Lombroso, il manufatto di raccordo tra i condotti realizzato tra via Isonzo e via Crema. Infine le ultime tre fotografie si riferivano al particolare del sottopasso dell’emissario di Nosedo alla stazione di Porta Romana visto dall’interno, all’opera sotterranea di piazza Bonomelli del collettore emissario a Redefossi, e al collettore di Ampliamento Est nel suo tratto di viale Brianza.
Le immagini sono state scelte per illustrare la tradizionale modalità costruttiva, i cantieri in piena attività, la città sopra e sotto, le diverse fasi di costruzione dei grandi collettori e i particolari delle camere dei manufatti. Colpisce la grande quantità d’acqua reflua che scorre sotto i nostri piedi e si allontana dalla città. Le fotografie in mostra sono state raccolte nel catalogo. Un volume, graficamente ben curato che comprende anche saggi di approfondimento sulle sezioni della mostra e schede di approfondimento per ogni immagine.
L’allestimento della sezione Acquedotto. Foto M.A. Breda, dicembre 2015.
La tradizionale “Vedovella” dell’acquedotto civico milanese presente nella mostra Milano città d’acqua. Sullo fondo l’Idroscalo, il mare di Milano, nel 1959.